Un viaggio verso l'amicizia che dura tutta una vita

Due giornate piene di emozioni, di incontri memorabili e di attivita' impegnative.

Il 12 marzo ci siamo recati verso Belluno, a vistare la terra dei nostri antenati.  Servivano sei ore per raggiungere la regione del Veneto e la nostra meta, ovvero l'inizio, da dove 140 anni fa sono partiti  i nostri bisnonni in giro per il mondo. Una calorosa accoglienza presso l'ABM, dove veniamo salutati dall'ex presidente signor Gioachino Bratti, la vicepresidente dell’ Asocciazione Patrizia Burigo, il direttore Marco Crepaz, nonche' da altri importanti rappresentanti da Belluno, Longarone e Ponte nelle Alpi. Ci siamo ricordati delle nostre radici ed abbiamo messo in evidenza l'importanza delle nostre origini, della cultura italiana e del dialetto bellunese.  Il Signor Bratti ha parlato delle immagini della Guerra Civile che ancor oggi sono rimaste impresse nella Sua mente, del periodo quando i Bellunesi dalle zone continentali croate venivano aiutati dalla regione del Veneto e dall'Asocciazione vera e propria. Il Signor Antun Di Gallo, l'ex presidente della famiglia di Bellunesi di Kutina ha ringraziato  tutti gli anoninimi che hanno dato una mano alla citta' di Kutina, Pakrac e Ploštine in quei tempi di guerra che infine ci hanno portato verso l'Asocciazone dei Bellunesi alla quale appareteniamo. Dopo una costruttiva conversazione, abbiamo vistato il Museo interattivo delle Migrazioni, un bellissimo museo dedicato a tutti gli emmigrati che oggi si trovano lontano dal loro paese.

La giornata di domenica viene dedicata al ricevimento presso il Comune di Longarone, dove ci ha ospitato il signor sindaco Roberto Padrin. Segue la visita della Diga del Vajont con prof. Gianni Olivier, il quale ha perso tutta la famiglia in questa terribile tragedia del 1963. Infine ci siamo recati ad una interessante fiera organizzata nel centro di Longarone, intitolata „Caccia, pesca e natura“ dove siamo stati accolti dal vicepresidente Giorgio Bosa.

Questo bellissimo viaggo ci ha ricordato della permanenza di una amicizia profonda e ci ha spinto verso un unico obiettivo, quello di custodire la nostra identita' fuori dai confini italiani.  Mi vengono in mente le parole di un signore, purche' Bellunese anche una volta migrante, il quale mi ha detto: „C'e' chi in un paese straniero si sente piu' italiano di quel che vive in Italia.“ Con questa frase concludo, mentre il mio pensiero va a tutti i Bellunesi che si trovano in giro per il mondo e auguro a loro che sappiano valorizzare il sentimento verso le origini italiane.

 

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